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C2 Anno XVIII • N. 1 • Agosto • Settembre • Ottobre 2010 • Imprimé à Taxe Réduite Oggitalia ® Marco Belinelli Panorama della stampa italiana www.elimagazines.comANNO XVIII - N° 1 Canestro! Bargnani, Belinelli e Gallinari: il basket italianoin America Eventi e anniversari 3 Le fotocopie non autorizzate sono illegali. 3 Festival del Film di Roma 28 ottobre – 5 novembre 2010 GGiiuusseeppppee TToorrnnaattoorree , regista premio oscar nel 1990 con Nuovo Cinema Paradiso , presiederà la giuria internazionale del Festival del Film di Roma 2010, che si svolgerà nella capitale dal 28 ottobre al 5 novembre. L’annuncio è arrivato dal presidente Gian Luigi Rondi, che ha motivato la decisione ricordando che il regista è una fra le personalità più prestigiose del cinema italiano, capace di regalare splendidi contributi al consolidamento e al progresso dell’arte cinematografica. 150 anni d’Italia Sono iniziate nel 2010 e continueranno nel 2011 le manifestazioni per ricordare i 150 anni dell’Italia unita (1860-1861). Quel momento storico fu il risultato di molte lotte politiche e militari che volevano realizzare l’ideale del Risorgimento italiano. Fino ad oggi, nonostante i cambiamenti della vita sociale ed economica degli italiani, sono rimasti alcuni simboli che fanno parte dell’identità del nostro popolo e che identificano l’Italia nel mondo. Oggitalia vuole fare un omaggio a questi 150 anni, dedicando ogni suo numero ad un simbolo speciale: - il Tricolore, la bandiera italiana; - l’inno di Mameli, presente in tutte le manifestazioni sportive internazionali; - l’azzurro, colore degli atleti italiani impegnati nei più diversi sport; -la lira italiana, la moneta che fino al 28 febbraio 2002 aveva corso legale in Italia; -la pizza, prodotto made in Italy conosciuto e apprezzato in tutto il mondo; - il 2 giugno, data di fondazione dell’Italia repubblicana, dopo la seconda guerra mondiale. Editoriale “Oggitalia” 1 Agosto Settembre Ottobre 2010 Direttore responsabile Lamberto Pigini Redazione Paola Accattoli Grazia Ancillani Gigliola Capodaglio Cari lettori, bentornati ad Oggitalia che quest’anno propone alcune novità molto stimolanti: le rubriche Italia nel mondo e Curiosità su fatti, prodotti e personaggi che testimoniano la presenza dell’Italia nel mondo attuale, e Scrivere initaliano su scrittori stranieri che hanno scelto l’italiano come lingua di espressione. Tra gli appuntamenti tradizionali della vostra rivista: l’Inchiesta ci emoziona con la generosità dei giovani volontari della lettura ad alta voce; la Musica e il Cinema ci fanno conoscere il cantante rock Ligabue e la giovane attrice Maya Sansa; gli Eventi e Anniversari ci portano a Venezia e Roma e ci ricordano i 150 anni dell’unità d’Italia; lo Sport ci entusiasma con i campioni italiani di basket che giocano nella NBA americana e infine i Simboli d’Italia ci ricordano le icone storiche che ancora oggi identificano il popolo italiano. Gigliola Sommario Inchiesta Libri La cura dei libri di Gian Luca Favetto da “D di Repubblica” Volontariato e passione per la lettura: due ingredienti preziosi per aiutare gli altri. Giochi e attività 2 4 22 Eventi e anniversari Musica e parole Ligabue nel tempo di Pasquale Elia da “Corriere della Sera” Il cantante rock Luciano Ligabue ha compiuto 50 anni, attraversando un pezzo di storia italiana. 8 Curiosità Benvenuti ad Airole, il paese più straniero d’Italia Di Massimo Calandri da “L’espresso” Un piccolo paese della Liguria vive tranquillamente la sua dimensione multiculturale 10 Itinerari Poster Souvenir di Roma Un modo nuovo per conoscere la città eterna Auditorium Parco della Musica a Roma 11 12 Italia nel mondo La pasta italiana adorata negli USA Di Fabio Pozzo da “La Stampa” Gli italiani hanno portato in tutto il mondo la pasta, alimento semplice e sano. 14 Simboli d’Italia La bandiera italiana Verde, bianco e rosso: i tre colori di una nazione antica e giovane allo stesso tempo. 24 Cinema Incontro con Maya Sansa di Irene Maria Scalise da “La Repubblica” La giovane attrice racconta la sua vita tra cinema e ricordi di famiglia. 16 La regata storica di Venezia Domenica 5 Settembre 2010 Ritorna ogni anno, nella prima domenica di settembre, la RReeggaattaa SSttoorriiccaa , la più tradizionale delle manifestazioni veneziane, che si svolse per la prima volta il 10 gennaio 1315. La manifestazione, che ai tempi della Serenissima veniva organizzata per celebrare le vittorie militari o per rendere omaggio ai dignitari stranieri, si compone oggi di due momenti diversi: il corteo storico e le regate. La Regata Storica di Venezia è aperta dal coloratissimo corteo sull’acqua, formato dalle Bissone, dal Bucintoro e dalle barche delle società di voga veneziane; la manifestazione ricorda la venuta a Venezia della regina di Cipro Caterina Cornaro, che segnò l’inizio del dominio della Serenissima sull’isola del Mediterraneo. Ma se il corteo storico ha ormai un significato pittoresco, memoria di una lontana grandezza economica e politica di Venezia sui mari, le regate rappresentano ancor oggi il momento più importante della stagione agonistica per il mondo della voga alla veneta. Scrivere initaliano 20 Responsabile editoriale Daniele Garbuglia Per la vostra corrispondenza: “Oggitalia” ELI P.O. box 6 - 62019 Recanati (MC) Italia www.elimagazines.com Ritorniamo in Italia per visitare Venezia e Roma, le città italiane più belle e conosciute nel mondo, e per conoscere le manifestazioni dei 150 anni dell’unità d’Italia. Le fotocopie non autorizzate sono illegali. Bargnani, Belinelli e Gallinari: i tre moschettieri dell’NBA Tratto da “Sky.it” Due stelle brillano per l’Italia del basket Tratto da “Gazzetta dello Sport“ Sport 18 L’italiano come elisir di giovinezza Di Giulia Mozzato da “Caffeletterario” Intervista con la scrittrice americana Alice Oxman sul suo romanzo Una donna in più . Inchiesta libri Torino. Lavoro in un gruppo di teatro amatoriale a Cuneo. Cerco di aprirmi diverse strade per scegliere poi quella giusta. Torino è una città riservata, un po’ in bianco e nero. Ho fatto l’Erasmus a Berlino, lì sì che tornerei subito a vivere. Ogni tanto mi chiedo che ci faccio con tutta ‘sta fuffa: lo scrivere, la musica, il teatro, eh Però è una vita che lavoro. Ho caricato e scaricato cassette al mercato. Ho fatto la babysitter e la barista. Dal 2000 passo le estati al lavoro nei rifugi in montagna. Però la mia passione è scrivere. E leggere, naturalmente, una cosa che, quando non stai bene, ti fa di Gian Luca Favetto La cura dei libri Hanno dai 18 ai 35 anni: si sono offerti volontari (in 300) per leggere a voce alta negli ospedali torinesi madre e molte figlie. Compagne di classe e compagni di scout. Qualcuno con esperienze di volontariato alle spalle, altri alla prima prova. Molte più ragazze che ragazzi. Tutti curiosi. Tutti con la voglia di occuparsi delle parole, di farle uscire dai libri. Pronti a scoprire che leggere per gli altri è saper ascoltare chi ti ascolta, affidarsi a chi si affida a te. È stare insieme. IRENE AVATANEO, 26 anni, nata a Torino, laureata in Lettere. Libro preferito: Moby Dick di Melville. “La vita? Va bene, è incasinata, molti impegni. Frequento la scuola Holden a sentire meglio. Non sono mai stata una da discoteca, però mi diverto abbastanza. Per esempio, vedere un film come Il concerto , bellissimo, struggente*, è un gran divertimento, da consigliare a tutti. Se potessi cancellare qualcosa dal mondo, farei sparire l’ignoranza, il qualunquismo* e Facebook. La vedo male, l’Italia. La politica mi sembra un teatrino. Avrei voglia di avere idee, impegnarmi, ma la situazione è disarmante, e io non so come fare. Mi piacerebbe andarmene via: certo, però non è un modo per risolvere le cose”. JACOB GIBBINS, 31 anni, nato a Torino, organizzatore di soggiorni all’estero. Libro preferito: Tutti i racconti di Carver. “Porto il cognome di mia madre, che è inglese ed è una grande lettrice. Mio padre? Tra me e l’arte, ha scelto l’arte: sono nato e lui ha deciso di trasferirsi a Parigi per avere più occasioni. Adesso è tornato a Torino. Nel 2008 ho voluto incontrarlo. Strano conoscere tuo padre a trent’anni. Qualcosa in comune l’abbiamo: il cinema, lo scrivere, la voglia di sperimentare. Dal 2008 vivo organizzando soggiorni in Inghilterra. Ho deciso di leggere agli altri per provare una forma di volontariato. Sai, la lettura ti segna e ti aiuta, può cambiarti la vita. A me è successo con I fratelli Karamazov di Dostoevskij. Rido perché sono in imbarazzo. La cultura spesso imbarazza, no? E invece si può partire da un libro e parlare della vita di tutti i giorni. Io sono ottimista, penso che i nostri limiti possano essere superati, ma la società, così com’è messa, non dà fiducia. Ciò che oggi mi manca, più dell’amore, è la tranquillità economica, che è piuttosto utile all’amore. Forse da questo mondo cancellerei l’uomo. Sa di baggianata*, vero? A volte però l’uomo è proprio una rovina”. VITALIE CIORNII, 20 anni, nato a Cimislia (Moldavia), quinta liceo scientifico. Libro preferito: Storie di ordinaria follia di Bukowski. “Sono arrivato in Italia il 25 marzo 2003, dopo la terza media. Parlavo russo, rumeno, inglese, initaliano dicevo solo buongiorno e buonasera. C’è troppa democrazia qui. Ci sono tante possibilità, ma anche tanta criminalità, e le autorità hanno le mani legate. Voglio fare informatica, è una delle cose che mi piacciono. E poi il militare di carriera: entrare nel Gruppo intervento speciale dei carabinieri. Il problema è la Le fotocopie non autorizzate sono illegali. Le fotocopie non autorizzate sono illegali. Questo è il volto dell’Italia che ama i libri e ci s’infila dentro, abitando le pagine come avventure, ricavando esperienze oltre che storie. Queste sono le facce di persone che hanno voglia di leggere. A voce alta. Per sé e per gli altri. Giovani che hanno scelto di diventare volontari della lettura. Hanno risposto a un bando del Circolo dei Lettori di Torino, che invitava: se hai fra i 18 e i 35 anni, vieni a fare il volontario con noi, prova a regalare a chi non li conosce i personaggi che ti piacciono, leggi per chi ne ha bisogno, per chi non può farlo per conto suo, per chi si sente solo e sarebbe felice di ascoltare una storia. L’idea è formare una squadra di persone disponibili a offrire il proprio tempo e la propria passione agli altri. A chi si trova in ospedale, per esempio. È con gli ospedali che ha inizio l’impresa. È cominciata la prima settimana di marzo in sei reparti di due strutture torinesi, il Gradenigo e le Molinette. Per tutto l’anno, un appuntamento settimanale di lettura ad alta voce e di prestito libri, in collaborazione con le Biblioteche civiche. Al bando hanno risposto in trecento. Tutti giovani e forti. Studentesse liceali e universitarie. Ingegneri e apprendisti pasticceri. Poliziotte e infermiere. Psicoterapeuti e ragionieri. Impiegate e musicisti. Ricercatrici universitarie e commesse. Disoccupati e assistenti sociali. Timide e istrioni*. Qualche 4 5 TRATTO DA [ ] cittadinanza, ma so che adesso posso chiederla. Per divertirmi, il sabato vado in discoteca, ma faccio anche pugilato agonistico: tutti i giorni in palestra, sono un superwelter, sette incontri, cinque vittorie. Mi piace il ring, perché i colpi ti arrivano solo da davanti, non come nella vita, dove possono arrivare anche alle spalle. Nel pugilato c’è rispetto per chi condivide con te la stessa arte. E poi mi piace l’italiano, mi piace scrivere. Ho cominciato con racconti e poesie. Studiando la letteratura, mi sembra che la lingua si stia impoverendo, bisogna difenderla. Ho deciso di fare il volontario per imparare e per stare a contatto con le persone: si apprende molto dagli altri. Non cancellerei niente da questo mondo: ci vuole il male per apprezzare il bene”. JENNIFER ALIAGA, 19 anni, nata a Celendin (Perù), quarta liceo linguistico. Libro preferito: Il cacciatore di aquiloni di Hosseini. ERICA ZANDI NEZAMI, 18 anni, nata a Torino, quarta liceo linguistico. Libro preferito: Cyrano de Bergerac di Rostand. Erica e Jennifer sono compagne di classe. Erica fa volontariato da tre anni, Jennifer ci ha provato, ma ha sempre desistito. Erica è figlia di un iraniano e un’italiana, Jennifer di due peruviani ed è arrivata in Italia con la madre nel 1999. Si tengono per mano. Jennifer racconta di Erica: “Sembra un cucciolo smarrito. È cresciuta fra i libri. È la prima della classe, un genio. Ultimamente comincia anche a divertirsi. Si è fidanzata e una volta al mese il padre la lascia uscire di sera. È la rivoluzionaria di casa, i fratelli ci guadagnano con le sue battaglie”. Erica racconta di Jennifer: “Dissimula* l’imbarazzo, per fare la forte. È una persona speciale. Da piccola ha praticato un po’ di sport, perché sua madre è una patita dell’esercizio fisico e corre tutti i giorni, lei no, troppo pigra. Si diverte, va in discoteca e al pub, ma con giudizio”. A proposito dell’amore, Erica dice: “Lo vivo e non lo definisco. Sono felice, perché ho smesso di vivere unicamente in funzione degli altri”. Jennifer dice: “Come faccio a capire cos’è l’amore? Mi dicono sia una cosa bellissima. Da innamorata vivi momenti di beatitudine, un po’ come quando da piccola una dorme nel letto con la mamma”. LUCA MANA, 31 anni, nato a Cuneo, accompagnatore turistico. Libro preferito: Demasiado corazon di Cacucci. “Con la lettura negli ospedali unisco l’utile al dilettevole* e stacco dalla realtà quotidiana, che non è sempre gratificante. La vita non mi va troppo bene: problemi con il lavoro. È un periodo di crisi e il turismo ne risente. Prima di fare l’accompagnatore, ho lavorato nei villaggi turistici, e prima ero procacciatore di affari, e prima ancora lavoravo in un circolo di golf. Abito a Torino, una città bellissima, ma in periferia, che non è tanto attraente. Per divertirmi, vado in bici. È una buona metafora della vita: ci sono discese e pianure, ma prima o poi arrivano le salite. Sempre. Io ho corso per dieci anni, juniores e amatori. Ho smesso perché non ero un campione, e poi non mi dopavo. L’amore è forse la ragione principale per la quale vivere, ma è anche l’entità più difficilmente comprensibile dall’essere umano. Adesso però ho un altro pensiero fisso: il lavoro, un incubo che attanaglia molti. Ho una totale sfiducia nella politica. Da dieci anni non voto. So che così non posso incidere, ma la maggior parte delle persone che votano influenzate da strategie di marketing di bassa lega sono in una condizione peggiore della mia. Non sono ottimista, ma spero di diventarlo”. GIULIA TURCATEL, 25 anni, nata a Pordenone, studentessa di Lettere. Libro preferito: Il capo delle tempeste La cura dei libri baggianata: sciocchezza dilettevole: divertente disabili: persone con handicap dissimula: (qui) nasconde istrioni: persone che si comportano in pubblico come se stessero recitando qualunquismo: atteggiamento di critica struggente: commovente Glossario Le fotocopie non autorizzate sono illegali. 7 Inchiesta libri Le fotocopie non autorizzate sono illegali. 6 Nati per Leggere “Parla a tuo figlio. Hai un potere di umana magia nella gola, unico eppure comune: perché ne sei avaro? Parla con lui, con lei. Non negargli ciò che sai fare, che gli serve. E se non sai cosa dire, ci sono sorgenti di parole giuste, che sono fatte per questo: leggi un libro.” Queste parole sono il messaggio di apertura del progetto Nati per Leggere che si propone di utilizzare il libro come strumento di interazione e di contatto tra il mondo del bambino e quello dell’adulto. Si rivolge a bambini molto piccoli e ai loro genitori. Da alcuni anni, il Premio Nati per Leggere sostiene la produzione editoriale per bambini in età prescolare e contribuisce a riconoscere la creatività degli operatori che lavorano in questo settore. Il progetto è portato avanti anche da molte biblioteche per bambini, dette anche ludobiblioteche, che mettono a disposizione giocattoli ed altri mezzi di divertimento insieme ai libri. Ad alta voce È un programma della RAI - Radio Televisione Italiana che da molti anni accompagna gli ascoltatori appassionati di letteratura. Una voce narrante, normalmente un attore di teatro, legge “ad alta voce” i migliori romanzi della letteratura italiana e straniera, adattati alla lettura radiofonica. Ogni romanzo viene letto in circa 30 giorni, per 30 minuti al giorno. Chi vuole ascoltare questo programma in Italia, può sintonizzarsi su Radio 3 (92.3 Mhz). Per maggiori informazioni, consultare www.rai.radio3.it Disabili * e lettura Alcune università italiane (Siena, Lecce, Palermo) stanno facendo delle ricerche sulla situazione dei disabili che vogliono avere un miglior accesso alla lettura. In una prima fase, sono state contattate tutte le biblioteche presenti sul territorio nazionale per conoscere le attrezzature e i servizi destinati ad accogliere persone disabili. I ricercatori vogliono capire se esistono strutture in grado di agevolare persone disabili e quali interfacce, strumenti, programmi e aiuti mettono a loro disposizione le biblioteche italiane. Le barriere che possono ostacolare le disabilità, infatti, non sono solo architettoniche: alcuni siti internet sono a volte impossibili da visualizzare a causa di hardware o software tradizionali; molte pagine Web, sviluppate per essere lette da browser vocali, non aiutano le persone ipovedenti se i computer non hanno installato al loro interno dei software che compiono il read out (cioè la lettura ad alta voce) del testo scritto. Alcune strutture hanno un buon aggiornamento informatico, ma non utilizzano sistemi facili da usare, oppure non hanno personale qualificato dedicato ai disabili. L’obiettivo di queste ricerche è quello di offrire ai disabili una serie di strumenti (hardware, software, strutturali e umani), per aiutarli nell’apprendimento ma soprattutto per farli diventare più autonomi. di Berberova. “Sono arrivata a Torino sei mesi fa, per specializzarmi in Letteratura comparata. L’ho scelta perché mi sembra una città che dà buone opportunità ai giovani. Non dico dal punto di vista lavorativo: la situazione generale è di crisi profonda. Sono cinque anni che lavoro in nero come cameriera, prima in Friuli e adesso qui. Ho fatto esperienza di volontariato in Senegal e ho aderito al progetto di lettura negli ospedali per superare una mia paura, quella della malattia. Patisco gli ospedali. Ho la paranoia che le persone care si ammalino. Forse dopo questa esperienza avrò una visione più serena. Comunque, leggere è una passione che mi ha aiutata a crescere, mi ha fatta diventare quella che sono, ha formato le mie idee. Convivo con il mio fidanzato, che si è iscritto qui al Politecnico. L’altra sera con lui e con i nostri amici discutevamo sul da farsi, come incidere, come impegnarsi, se votare In molti non lo faremo: votare per il meno peggio ormai è votare il peggio, non è giusto. Ci vorrebbe un cambiamento radicale. Bisognerebbe eliminare l’arroganza, intesa come ignoranza becera delle persone che giudicano e comandano senza alcuna idea della vita reale. La vita reale è fatica”. Musica e parole neanche scelta». «Io non scrivo canzoni di cronaca» ha ripetuto di recente Ligabue, però evidentemente nei suoi 50 anni di vita Ligabue non può dimenticare lo strazio* collettivo procurato dalle stragi di Falcone e Borsellino. Così come nel testo non possono mancare gli anni ’70, perché lì Luciano non è più un ragazzino e c’è con più coscienza, anche se «a mio modo e col mio passo». E in poche righe passa in rassegna il «processo» politico a Francesco De Gregori (durante un concerto a Milano, alcuni gruppi extraparlamentari lo accusano di arricchirsi sfruttando temi cari alla sinistra), il concerto dei Police a Reggio, l’uccisione di Aldo Moro. Forse in quel periodo incomincia ad abbozzare i primi accordi per le future canzoni, ma la sua stellina senza cielo non è ancora comparsa ad illuminargli la strada giusta. I primi bagliori fortunati si iniziano a vedere nel 1987, anno di incisione del singolo «Anime in plexiglass» e «Bar Mario». Ancora tre anni di attesa e con il primo album «Ligabue» appare l’alba dei successivi 20 anni di successi. Che non sono solo musicali, ma anche cinematografici ( Radiofreccia e Da zero a dieci ) e letterari ( Fuori e dentro il borgo , La neve se ne frega , Lettere d’amore nel frigo ). Certo, seguendolo solo Su e giù da un palco , sembra che Luciano abbia percorso indenne* la sua strada scansando amarezze e delusioni. Eppure non deve essere andata proprio così, se agli inizi della carriera cantava «non è tempo per noi e forse non lo sarà mai». Invece le sue ballate, il suo rock della pianura emiliana, i suoi testi dal sapore malinconico gli hanno dato ragione. Stadi, teatri e palasport sempre pieni; premi di ogni genere; il mega concerto del 2005 a Campovolo con 180mila spettatori; record di vendite degli album e settimane di presenza in classifica. Il tutto conquistato a volte Urlando contro il cielo, altre volte facendo i conti con Il giorno di dolore che uno ha . Nella nuova canzone Ligabue confessa: «Tutte quelle foto che non indenne: illeso, senza ferite nuovo di zecca: nuovissimo strazio: dolore fortissimo Glossario Le fotocopie non autorizzate sono illegali. 9 di Pasquale Elia TRATTO DA [ ] Il cantante Ligabue si festeggia con una ballata rock lunga 50 anni di vita in mente che lui è cresciuto con Zorro, Braccobaldo, Belfagor e Carosello, immagini spensierate «sporcate» da un fattaccio, l’uccisione del dodicenne Ermanno Lavorini nel 1969: Ligabue ha meno di dieci anni, ma per lui «dopo niente è stato come Le fotocopie non autorizzate sono illegali. MILANO - Nel tempo, dalla piccola Correggio si è incamminato sulla strada dei Sogni di rock n’roll (che a volte si realizzano) finendo per far «ballare sul mondo» migliaia e migliaia di persone. Nel tempo, bevendo lambrusco e sgranocchiando pop corn, magari qualche volta chiedendo a Dio se avesse un attimo per lui, è diventato un buon compagno di viaggio di tutti quelli che si sentono meno soli con le sue canzoni. Nel tempo , lavorando sui polmoni, Luciano Ligabue è arrivato a spegnere cinquanta candeline, facendo un regalo ai suoi fan: un album di inediti. Prima dell’uscita, però, il Liga ha chiesto a Walter il mago di tirare fuori dal «cilindro truccato» una sorpresa per il suo pubblico: il testo di Nel tempo, brano nuovo* di zecca che è contenuto nel suo disco. E allora, Buon compleanno Elvis (anzi, Luciano). Ligabue ha compiuto mezzo secolo, che in qualche modo ha condensato nella canzone scritta forse proprio per cercare di fotografare quei piccoli/grandi ricordi che hanno attraversato la sua vita. Parte da lontano, il rocker italiano, da quando ha ancora i calzoni corti. E gli viene 8 C’ero quando sono nato C’ero quando son cresciuto Zorro Blek e Braccobaldo Belfagor e Carosello ed hanno ucciso Lavorini e dopo niente è stato come prima C’ero sulla millecento che mio padre urlava un po’ a chiunque C’ero la mia prima volta non l’avevo neanche scelta certo che era bella svelta non potevo mica perder tempo Tutto il tempo lì a tenere il tempo che fosse il mondo o solo fantasia o quello di una batteria era sempre tempo C’ero nel settantasette a mio modo e col mio passo il processo a De Gregori C’ero coi Police a Reggio c’erano due torri e un muro e Berlinguer e Moro lì nel tempo Tutti quegli scherzi che fa il tempo tutte quelle foto che non ho ne ho scattate solo un po’ non ne ho mai avuto il tempo Tutto il tempo lì a tenere il tempo che fosse il mondo o solo fantasia o quello di una batteria era sempre tempo C’ero quando ho preso casa c’ero molto poco e quindi poche scuse C’ero quando ho fatto male c’ero anche quando mi hanno fatto male c’ero sempre nel mio viaggio l’occhio al finestrino e Falcone e Borsellino lì nel tempo Tutto il tempo lì a tenere il tempo che fosse il mondo o solo fantasia o quello di una batteria era sempre tempo Tutti quegli scherzi che fa il tempo tutte quelle foto che non ho ne ho scattate solo un po’ non ne avevo il tempo. Nel tempo (Luciano Ligabue) ho, ne ho scattate solo un po’, non ne ho mai avuto il tempo». Chissà che non siano le stesse fotografie che ha messo via, «che prenderanno polvere, sia sui rimorsi che rimpianti, che rancori e sui perché». Comunque sia, 50 anni sono un bel traguardo, «con tutti quegli scherzi che fa il tempo», e serve ancora la forza «per rendere leggero il peso dei ricordi». Forse per questo Luciano ha preferito evitare qualsiasi celebrazione per il suo compleanno. Tanto la festa è solo rimandata, magari alla prossima tournée. Ligabue nel tempo prima». Nel tempo è proprio una sorta di cronologia in pillole :: spunta la Fiat 1100 del papà e, mischiando le emozioni, nel verso successivo la mente del cantautore scivola verso quella «prima volta, non l’avevo Ci sono un inglese, un tedesco, un francese, uno svedese, un italiano… Sembra una barzelletta* e invece è l’ombelico del mondo. Airole. In provincia d’Imperia, a due passi dal mare e dal confine francese, in una suggestiva valle d’olivi. Un villaggio che non arriva a cinquecento abitanti ed è un arcobaleno di lingue, colori e nazionalità. Dove, quando chiedete un’informazione, il primo che incontrate vi risponderà cordiale: “Dofete antare sempre afanti, poi una kurva a sinistra e sempre tritti”. Il secondo tradirà una pronuncia olandese. E il terzo si farà capire, nonostante quel Un piccolo paese della Liguria vive con tranquillità la sua dimensione multiculturale Curiosità del suggestivo* e fatiscente* centro storico medievale, abbandonato dopo la guerra. Il giorno stesso cominciarono a ristrutturare quello che oggi è un piccolo capolavoro in pietra. Arrivarono amici, e altri artisti, e i turisti di un vicino villaggio olandese. Insieme ai “nuovi” italiani, anche i vecchi abitanti di Airole hanno trovato la voglia di tornare. L’intero villaggio è rinato. “Un mosaico in cui ciascuno mette la sua piccola tessera* di esperienza, lingua, cultura” spiega il giovane sindaco. Un villaggio a colori. Non è difficile trovarlo. Basta fermarsi, e chiedere la strada. di Massimo Calandri TRATTO DA [ ] Benvenuti ad Airole, il paese più straniero d’Italia cantilenare britannico. Benvenuti, willkommen , welcome , bienvenus nel Comune italiano con la percentuale più alta di residenti stranieri. Un abitante su tre viene dall’estero, il barista è di Monaco di Baviera e il giardiniere di Londra, ci sono una ceramista finlandese e un’agente immobiliare dell’Aja. Il parroco si chiama Francis Sijan Vazhapilly, arriva dall’India. E c’è una sola badante, rumena, mentre un’altra – peruviana –, si è sposata con il figlio dell’anziano che accudiva. In questa tavolozza di gente, su 480 residenti gli stranieri sono 130: il 27,1 per cento. Le prime pagine furono scritte quarant’anni fa da un paio di artisti olandesi. Hermanus Gordijn, pittore, e Ondine Buytendorp, scultrice. Si trovarono a gironzolare tra i resti Le fotocopie non autorizzate sono illegali. 10 Itinerari i nuovi abitanti, quelli che tutti i giorni girano tra i ponti corrosi dell’isola Tiberina e la statua parlante di Madama Lucrezia in piazza Venezia. Proprio per scoprire quella Roma da vivere con la storica calma romana, si può consultare anche 101 Trattorie e Osterie di Roma , di Federica Morrone e Cristina Rumori, dove, tra una carbonara e una cacio e pepe, le autrici descrivono non solo le qualità del cibo ma, soprattutto, quelle degli osti*, vere attrazioni di queste locande, acerrime nemiche del fast food. Due libri che sembrano voler trasmettere un messaggio, quello del nonno di Ilaria Beltramme, che andrebbe rivolto pure ai romani: “Ma io dico, che ce venite a fa’ a Roma se è per fare shopping! Allora io dico, vieni ar Foro, guàrdate ‘ste rovine, ma prova pure a immagina’ com’era prima. Lo sapevi che qua, fino quasi er Novecento, ci pascolavano le vacche?” Souvenir di Roma Come il volume precedente, non è una tipica guida. Il pretesto narrativo è il viaggio di una giovane pendolare precaria che, un sabato mattina, decide di non andare in ufficio. Durante la sua camminata per Roma, ricorda i bei tempi di quando era bambina e suo nonno la portava a spasso per le vie più segrete raccontandole la storia della città. Il libro è pieno di aneddoti* e curiosità, narrate in modo semplice, come semplici sono le esperienze della protagonista. Dimenticate il Colosseo, San Pietro o i Fori Imperiali. Quelli si possono trovare, con tutti i particolari necessari e le storie ufficiali, in qualsiasi guida su un qualsiasi banchetto accanto a una qualsiasi sfera con la neve. Beltramme racconta la Roma vista da dentro, quella dei gatti che popolano gli scavi romani, quella delle torri medievali che non ci sono più, quella delle latterie vicino a Campo de’ Fiori dove si vive ancora “una vita lenta”. Una passeggiata, e non una corsa, per la capitale, dove incontrare Nel mondo dei souvenir, il kitsch* è al governo da anni e ha invaso le grandi città italiane. Figurarsi Roma, dove le bancarelle, insieme ai negozi di alta moda, sono tappa fissa dei tour vacanze dei turisti stranieri. Ma chi l’ha detto che un souvenir debba raffigurare un palazzo caratteristico della città e debba essere costruito con materiale costoso? Basta una foto, scattata con grande intuito, per portarsi via un ricordo diverso della natura e dell’arte della città eterna. E poi, non basta un oggetto anche originale per scoprire e ricordare il vero spirito di Roma. Ma come può fare un turista “mordi e fuggi”, uno di quelli che arrivano il sabato mattina e ripartono la domenica sera? Può godersi la capitale accompagnato da Ilaria Beltramme, autrice di 101 cose da fare a Roma almeno una volta nella vita , che ora ha scritto la versione “light” del suo best seller, titolo Tutte le cose da fare a Roma in un solo weekend. Le fotocopie non autorizzate sono illegali. 11 barzelletta: storia divertente fatiscente: in rovina tessera: (qui) parte suggestivo: affascinante, attraente Glossario aneddoti: episodi poco conosciuti kitsch: (tedesco) cosa di cattivo gusto osti: esperti di vino Glossario Oggitalia Poster Roma Auditorium Parco della Musica Italia nel mondo un «primo» su quattro consumato nel mondo è fatto con pasta italiana. «Nel 2008 abbiamo esportato il 50% della produzione, 1,6 milioni di tonnellate, finite principalmente sulle tavole di Germania, Francia, Regno Unito, Stati Uniti e Giappone, per un controvalore di 2 miliardi di euro», precisa ancora l’Unipi, che si prepara ora a lanciare un nuovo grande assalto al mercato americano, con lo slogan «Un piatto di pasta sulla tavola di ogni famiglia». Uno slogan che si fonda sull’appeal del prodotto, ma anche sulle sue virtù. Paolo Barilla, parla dei vantaggi dei carboidrati «buoni » e del primato «della dieta mediterranea» sui «modelli alimentari non sostenibili, basati ad esempio sull’eccessivo consumo di carne». Filosofie come quella del fast-food che hanno pesanti impatti* sulla salute, con alti costi economici e sociali. E a proposito di soldi: la National Pasta Association ha calcolato che una famiglia Usa di 4 persone può mangiare un «primo» spendendo l’equivalente di un «Big Mac». Una porzione di spaghetti costa 83 cent, l’hamburger-simbolo 3,54 dollari. di Fabio Pozzo TRATTO DA [ ] La pasta italiana adorata negli USA Uniti, con 9 chili (1,5 miliardi di confezioni vendute, un mercato di 6,4 miliardi di dollari), sono al sesto posto con la Svezia. Negli Usa, inoltre, i consumi sono in ripresa, con un +0,4%. Anche in Italia, del resto, si mangia più pasta. L’Unipi registra un +2%, anche grazie «alla parallela discesa dei prezzi». Su questo punto, c’è stata battaglia di recente. «I dati sono dell’Istat: i prezzi sono diminuiti dall’agosto 2008 a agosto 2009 del 2,2%, e del 3,5% a settembre » precisano gli industriali pastai. Coldiretti, però, parla di listini stabili, con un ricarico del 400% sul chilo di pasta, rispetto al prezzo del grano duro alla produzione, che è in* picchiata. L’associazione attacca anche sul fronte del grano: le semine di quest’anno faranno segnare un -30% in Italia. «Si importa sempre più grano dall’estero». Lo si fa da sempre, risponde l’Unipi: non è la produzione della materia prima il «plus» del made in Italy. È la sua trasformazione. L’Italia produce pasta per 3,2 milioni di tonnellate, davanti a Stati Uniti (2 milioni), Brasile e Russia. In pratica, Qualche numero sulla pasta negli USA • Le paste preferite negli Stati Uniti? Linguine, ravioli e spaghetti. • Le ricette preferite? Agnolotti alla parmigiana, paccheri ripieni di carne e ricotta, spaghetti alla bottarga, fusilli alla norma. • Quanta pasta mangia un americano all’anno? Nove chili (ventisei un italiano). • Il 77% degli americani mangia pasta almeno una volta alla settimana. • Michelle e Barack Obama hanno festeggiato il loro ultimo anniversario di matrimonio mangiando stringozzi alla carbonara con uova di quaglia, carciofi e tartufo preparati dallo chef Tony Mantuano. • Gli abitanti del nordest degli Stati Uniti sono i maggiori consumatori di pasta, seguiti da quelli dei Mid-Atlantic States; mangiano meno pasta invece gli abitanti della West Coast. • Negli Stati Uniti ci sono 15000 ristoranti italiani (oltre 500 a New York). • Nel 2009 la pasta è entrata nell’85% delle case americane. • Se l’Italia è il primo produttore mondiale di pasta, gli Stati Uniti sono il secondo – seguono Brasile, Russia, Turchia. • Il primo torchio per fare i maccheroni fu importato nel 1789 da Thomas Jefferson, che aveva conosciuto la pasta da diplomatico, durante un viaggio. • Il primo pastificio d’America venne aperto nel 1848 a Brooklyn da Antonio Zerega: i suoi discendenti sono ancora attivi nel settore. impatti: conseguenze in picchiata: in forte diminuzione Glossario Le fotocopie non autorizzate sono illegali. Le fotocopie non autorizzate sono illegali. La Casa Bianca e Hollywood sono forse i migliori testimonial che la pasta possa avere negli Stati Uniti. Oltretutto, gratis. Barack e Michelle Obama amano gli stringozzi alla carbonara e non si contano i divi del cinema che si sono dichiarati consumatori accaniti di spaghetti, tagliatelle, ecc. Non sono i soli, negli Usa. Il 77% degli americani, 8 su 10 (230 milioni di persone), mangia pasta almeno una volta a settimana e un 33% la gusta tre o più volte, fa sapere l’Unione industriali pastai italiani (Unipi), in vista del «World Pasta Day». Un summit di 200 delegati, in cui si fa il punto sul business del settore nel mondo. Con un occhio, naturalmente, anche e soprattutto all’Italia. Il Bel Paese è al primo posto nei consumi, con 1,5 milioni di tonnellate, per un controvalore di 2,8 miliardi di euro. Fanno 26 chili pro capite. Il Venezuela è al secondo posto con 12,9 chili, seguono Tunisia e Grecia. Gli Stati 14 15 Dieci motivi per mangiare pasta… più uno 1. I carboidrati sono alla base di ogni dieta equilibrata e naturale. 2. L’apporto calorico della pasta è contenuto. 3. La pasta sazia subito ed è perciò alleata preziosa nei regimi ipocalorici. 4. La pasta è facilmente digeribile e grazie ai carboidrati fornisce immediatamente energia pronta per l’uso. 5. Il suo basso indice glicemico favorisce il lento assorbimento del glucosio. 6. Aiuta a mantenere più basso il livello dei trigliceridi nel sangue. 7. Il basso contenuto di amido aiuta, attraverso la serotonina, a migliorare l’umore. 8. Mangiata regolarmente nel contesto di una dieta meditterranea, contribuisce a prevenire l’Alzheimer. 9. Nelle varie preparazioni gastronomiche è fonte di nutrimento completo. 10. Alimento simbolo della dieta mediterranea, la pasta è sinonimo di salute e prevenzione. 11. Perché è duttile, veloce, polimorfica, divertente, versatile, attraente, estrosa, e buona. Spaghetti alla carbonara: una ricetta per tutti i gusti Gli spaghetti alla carbonara sono uno dei tradizionali e popolari primi piatti della cucina italiana. Le origini di questo piatto, a base di pancetta, uova e parmigiano, sono recenti ma ancora incerte. Molti pensano che la sua invenzione sia il risultato di una fusione tra gli ingredienti fondamentali, la pancetta e le uova, portati dai soldati americani arrivati a Roma nel 1944, e gli spaghetti prodotti dai cuochi italiani. Ingredienti • Spaghetti, 600g • Pancetta, 150g • Olio extravergine d’oliva, 2 cucchiai • Uova, 4 • Panna liquida, 40g • Parmigiano grattugiato • Pepe • Sale A New York il «World Pasta Day» Preparazione Fate cuocere gli spaghetti in acqua salata ad ebollizione. Sbattete le uova in una terrina e aggiungete sale, pepe, panna e 50gr di parmigiano. Nel frattempo fate rosolare la pancetta tagliata a dadini in una grossa teglia con olio. Scolate gli spaghetti ancora al dente e versateli nella teglia con la pancetta e le uova sbattute. Amalgamante il tutto a fiamma bassa finché le uova non si saranno rapprese. Cinema e ha conosciuto il padre solo a quindici anni. “Sono stata lungamente figlia unica, anche se poi è arrivata una sorellina di quattordici anni che adoro, ma non mi sono mai sentita sola perché in casa c’erano tante persone ed erano tutti come dei genitori adottivi. Mia madre era la tipica ragazza degli anni Settanta e lei, come mia nonna, mi ha sempre incoraggiata a credere nei sogni, ma anche a capire che l’indipendenza della donna è un valore e che non ci sono mariti che assicurano il futuro”. Ciao, Roma A diciotto anni, la ragazzina dagli occhi come il carbone decide però di lasciare Roma. Uno strappo* dalla famiglia e dal quartiere dove è cresciuta. Violento ma necessario. “La capitale rimane una città bellissima che mi emoziona ma, in quel momento, avevo il mito delle grandi scuole che offrono una preparazione completa”. La scelta cade su Londra. Gli inizi non sono facili e, per pagarsi la retta, Maya Sansa si trasforma in studentessa lavoratrice. Naturalmente lo di Irene Maria Scalise TRATTO DA [ ] Incontro con Maya Sansa “Se recito una parte molto drammatica dopo sono felice, una sensazione catartica*” naturalmente, tanti titoli francesi: Les femmes de l’ombre di Jean-Paul Salomé o Villa Amalia di Benoit Jacquot. Per non parlare dei premi vinti. Anzi stravinti. La Grolla d’oro come rivelazione, il Nastro d’argento come migliore protagonista, due nomination al David di Donatello e il premio di migliore attrice per le miniserie del Roma Fiction Fest. Lei tanto successo non se lo sarebbe aspettato quando, ancora giovanissima, era un’appassionata di immagini. “Ho sempre amato fotografare il mondo”, spiega davanti a una spremuta d’arancia che ordina con impeccabile pronuncia francese, “poi mentre studiavo al liceo classico a Roma ho deciso di frequentare un corso di teatro ed è cominciata l’avventura”. Al ritorno dalla scuola, la giovane Maya trovava un gioioso* esercito di donne ad accoglierla. La sua infanzia, infatti, è stata tutta al femminile. È cresciuta tra la mamma, la nonna e mille amiche fa a modo suo. “Invece di fare la cameriera, come succedeva a molte mie coetanee, sono entrata in un cinema come maschera. Era tutto faticoso ma bellissimo e, in quelle sale buie, sentivo e risentivo i film in inglese per migliorare l’uso della lingua”. La mattina, stanca ma felice, corre tra le lezioni e i primi provini. Nel 1999 si diploma alla Guildhall school of music and drama di Londra: “Era adrenalina allo stato puro e camminavo a tre metri da terra senza percepire la stanchezza”. Nello stesso anno debutta nel film La balia di Marco Bellocchio. “Marco è un maestro unico e con lui ho imparato tante cose perché ha un’immaginazione esplosiva e, soprattutto, quella sicurezza che gli permette di lasciare lavorare l’attore in libertà”. Ripensando ai primi passi, le brilla ancora lo sguardo. Maya Sansa ha l’ottimismo di chi è riuscito subito in quello che voleva ma, anche, la sobria consapevolezza che non sempre il cammino può essere in discesa. La nuova icona italiana E se il New York Times le ha dedicato un’intera pagina, definendola “La nuova icona italiana”, sembra non essersi* montata la testa: “Quando le cose cominciano così bene come nel mio caso, senti un pensiero positivo che ti trasmette un’energia pazzesca e la consapevolezza di poter realizzare quel che desideri. La fatica casomai arriva dopo perché, a un certo punto, bisogna aprire gli occhi e capire che non è un mondo facile”. Ma una cosa l’ha sempre salvaguardata dalle paure. La capacità di entrare in armonia con il gruppo. D’inventarsi ogni volta una nuova famiglia. “Il cinema ti fa incontrare delle persone straordinarie, anche se poi la vita quotidiana è un’altra cosa. Io non sono un’ingenua, ma semplicemente una che cerca di capire quanto sia importante mantenere la passione e la gioia degli inizi”. Il grande pubblico impara a conoscerla, e ad amarla, nel personaggio della fotografa Mirella Utano ne La meglio gioventù . Un film lungo sei ore che, per Maya, sono volate. “È stata un’opera che potrei paragonare a una grande vacanza, lavorare in luoghi meravigliosi come Stromboli mi sembrava incredibile”. Anche in quest’occasione il rapporto con il regista, Marco Tullio Giordana, è stato armonioso anche perché per Maya lui era un mito. Aveva ammirato la sua potenza narrativa nei Cento passi mentre Giordana l’aveva scelta dopo aver visto i suoi primi film. La Sansa, insomma, è una che conquista la fiducia di chi sceglie di dirigerla ancora prima del ciak. Quindi arriva l’interpretazione, dura come una lama, della brigatista carceriera di Aldo Moro in Buongiorno notte . Nuovamente riesce ad ammaliare* le sale. Piace alle donne, e conquista gli uomini, quella sua grazia caparbia. L’amore per il teatro Dopo gli esordi, Maya recupera il teatro con Le metamorfosi . “È stato molto importante lavorare sul palcoscenico e riconosco che c’è una tensione emotiva più forte rispetto al set, anche se io ho una concentrazione breve e intensa più simile a quella del cinema”. Il mondo dello spettacolo, anche per lei, è fatto di alti e bassi. Ma non sembra una donna ansiosa. Una che patisce* le montagne russe: “Trovo che purtroppo il sistema sia inflessibile con gli attori che da produttori e registi sono presi in considerazione solo se l’ultimo film è stato un successo. Il passato si dimentica troppo rapidamente”. Nel quotidiano sorprende e si sorprende. Non ha mai frequentato con costanza una palestra o un corso di yoga. È una nomade che si aggira tranquillamente tra un paese e l’altro: “Ho scelto la Francia perché ero sicura che avrei potuto assorbire una cultura molto ricca e imparare una nuova lingua”. Nell’avventura ha trascinato il compagno con cui, da otto anni, condivide una storia d’amore. Lui si chiama Fabrice Scott, è un attore di teatro e, quando lo nomina, Maya cambia espressione: “L’ho convinto io a venire a Parigi, del resto anche lui è un girovago e aveva studiato a Londra, anche se poi ci siamo incontrati in Italia. Se non entrano in gioco dinamiche negative, avere un uomo che fa lo stesso mestiere è meraviglioso, chi altro potrebbe capire il nostro stile di vita, le riprese senza orario e le lunghe pause dal quotidiano?”. Anche sul set la Sansa non è una competitiva. Anzi. “Sono convinta che la determinazione non coincida con la rivalità e credo che sia buono concentrarsi sulla propria traiettoria senza giudicare il percorso altrui”. Più si racconta, Maya Sansa, e più sembra acquistare fascino. Le mani piccole spostano lo schermo dei capelli. La risata è accattivante*. Ma se si affronta l’argomento della bellezza si ritrae dietro un sorriso imbarazzato: “Il percorso che ho fatto non c’entra niente con il fisico, non mi sono mai sentita particolarmente bella e ho sempre pensato di lavorare sodo proprio perché non ritenevo che l’aspetto fosse la mia carta vincente”. Forse anche per questo si è allontanata dall’Italia. Una girovaga alla ricerca di altri valori. “Gli inglesi sono molto più attenti al talento e alla professionalità che alla bellezza, o meglio usano il corpo, ma come mezzo con cui sentirsi a proprio agio nella recitazione. A scuola, tanto per fare un esempio, avevamo tutti delle tute super aderenti proprio per imparare a vivere il fisico in modo disinvolto”. Un futuro pieno di sorprese Sul domani è misteriosa. Il futuro di Maya sembra pieno di sorprese. Adesso la attende il Kenya per un film diretto da Silvio Muccino. Poi una pellicola, in Canada, con il regista Claude Miller in cui interpreterà una nipote di indiani d’America. “Recitare in un altro paese ti permette di entrare in possesso dei luoghi e del quotidiano. Adoro quel rapportarsi in modo diverso alla gente e alla cultura e, anche questo, trovo sia un dono del mio meraviglioso mestiere”. E infine tanto lavoro in Francia anche se non esclude, prima o poi, di tornare in Italia. L’importante è riuscire a mantenere la stessa intensità: “Quando interpreto un film è come se entrassi in una bolla che cerco di gestire il più possibile fuori dal set senza che gli altri se ne accorgano. Può essere anche terapeutico. Se, per esempio, recito una parte molto drammatica, dopo sono felice, una sensazione catartica che lascia un’impalpabile* leggerezza”. Nel rivedersi non è mai severa: “Mi guardo in modo critico ma cerco anche di essere gentile con me stessa”. Guarda l’orologio e si scusa. Ha un appuntamento con un produttore francese. Le trema la voce mentre lo dice perché anche per un’attrice affermata, in fondo, ogni volta è come la prima volta. accattivante: che attira l’attenzione e la simpatia alle prime armi: all’inizio della carriera amalgamare: fondere, mettere insieme ammaliare le sale: affascinare, incantare il pubblico catartica: (qui) purificante essersi montata la testa: avere una grande idea di sé gioioso esercito: (qui) allegro e grande gruppo impalpabile: (qui) irraggiungibile patisce: soffre strappo: (qui) distacco, lontananza Glossario Le fotocopie non autorizzate sono illegali. Le fotocopie non autorizzate sono illegali. PARIGI Quando si dice il fascino del sangue misto, bisogna avere incontrato almeno una volta Maya Sansa. Padre iraniano e madre italiana, entra nel bistrot di uno dei più antichi alberghi di Parigi, con una grazia tutta sua. Mediterranea ma anche esotica. Riservata eppure fiera. Occhi come il carbone e pelle d’ambra. E, per amalgamare* la pericolosa miscela, un tocco di freddezza nordica e il fascino francese, regalo degli ultimi quattro anni di vita parigina. È gentile Maya Sansa. Dolce nei modi e nel tono di voce. Dicono sia timida ma semplicemente è una che difende i suoi spazi. A vederla così, scarpe da ginnastica, jeans e coda di cavallo, sembra una ragazza alle* prime armi e, invece, da dieci anni non fa che girare un film più “giusto” dell’altro. La balia di Marco Bellocchio, La meglio gioventù di Marco Tullio Giordana, Buongiorno notte ancora di Bellocchio e L’amore ritrovato di Carlo Mazzacurati. E poi, 16 17 Sport TRATTO DA [ ] Bargnani, Belinelli e Gallinari: i tre moschettieri * dell’NBA Le stelle italiane del basket a stelle e strisce hanno brillato anche sui mezzi di comunicazione gli “italians” sullo stesso campo NBA, due contro l’altro. Danilo Gallinari si è detto pronto a partire “alla* grande”, perché nella passata stagione in NBA è stato martoriato* da gravi problemi alla schiena. Chi è ripartito da zero è Marco Belinelli, che per la sua maglia ai Raptors ha scelto proprio questo numero, tabula rasa col passato. A Toronto il Beli ha trovato Andrea Bargnani, che non è ripartito da zero ma da 50, l’importo in milioni di dollari del nuovo contratto quinquennale firmato nel 2009. Insomma, è stata una stagione importante, preparata nei dettagli, con partenze anticipate rispetto ai training camp. E poi i tre cestisti* sono stati spremuti di domande e apparizioni, sia su SKY che sugli altri media italiani e internazionali. Gallinari ha parlato di una condizione fisica perfettamente allineata alle tabelle dopo l’operazione alla schiena e si è detto ottimista rispetto alla nuova cultura portata ai Knicks da Mike D’Antoni. Belinelli è pronto a giocarsi addirittura una maglia da titolare in Canada, ben sapendo che lì nessuno regala niente, anzi. Bargnani si è esibito in vari spot promozionali. Insomma, i tre ragazzi hanno mostrato che non sanno solamente giocare a basket ma se* la cavano benissimo anche con i mezzi di comunicazione. Milano – “Sono stato il primo ad esprimere la volontà di tornare in nazionale. Ora farò di tutto per portarla il più in alto possibile”. Marco Belinelli non nasconde il suo entusiasmo per la decisione di rimettersi a disposizione della nuova nazionale italiana di Simone Pianigiani, per le qualificazioni agli Europei del 2011. “Mi aspetto di trovare un bel gruppo – ha aggiunto nel corso della sua presentazione ufficiale al Coni, al fianco del Presidente del comitato olimpico nazionale, Gianni Petrucci, al numero 1 della Fip, Dino Meneghin, e al nuovo preparatore atletico, Francesco Cuzzolin, anche lui proveniente dai Toronto Raptors –. Sono molto contento dei cambiamenti che ci sono stati, ed è questo il motivo per cui ho accettato. Ho sentito il coach di Siena e mi è sembrato intenzionato a riportare la nazionale italiana ai livelli che merita. La presenza di Cuzzolin, che resta il miglior preparatore del mondo, non ha influenzato la mia scelta, sarei venuto lo stesso per il bene dell’Italia. Sono a disposizione della squadra – ha affermato il giocatore bolognese – e sono pronto a giocare per aiutare la Nazionale a tornare ai successi del passato”. “L’avversario da temere siamo noi stessi – ha concluso il giocatore che indosserà la maglia numero 22 –. Dobbiamo riuscire a far gruppo in fretta, a livello europeo non ci sono squadre deboli”. Grande soddisfazione nelle parole del Presidente del Coni, Gianni Petrucci, che dopo Bargnani festeggia per il ritorno di Marco Belinelli. “Voglio sottolineare l’importante lavoro di Meneghin, capace di portare le nostre stelle del basket americano in Nazionale. I risultati arriveranno, ne sono certo. È indicativo che due giocatori affermati in NBA abbiano scelto la Nazionale: questo dimostra che quando la maglia azzurra chiama, i campioni rispondono. Sono convinto che la presenza di Bargnani, Belinelli, Pianigiani e del nuovo staff ci riporterà nell’élite d’Europa. Il ritorno di Belinelli fa piacere soprattutto al presidente della Fip, Dino Meneghin. “Lui è qui per mettersi al servizio della squadra. Faremo un grande lavoro, perché la nazionale è il motore di tutto il movimento”. alla grande: con molto entusiasmo e successo alla mano: semplici e simpatici cestisti: giocatori di pallacanestro martoriato: (qui) colpito da moschettieri: (qui) giocatori molto bravi quinquennale: che dura 5 anni se la cavano: (qui) sanno lavorare spietata: crudele Glossario Le fotocopie non autorizzate sono illegali. Le fotocopie non autorizzate sono illegali. I tre moschettieri italici della NBA si sono incontrati tra servizi fotografici, spot promozionali, interviste e programmi speciali. Abbiamo avuto l’occasione di conoscere più da vicino tre ragazzi alla* mano che vivono con totale consapevolezza e naturalezza il sogno di generazioni di giocatori italiani, andare a giocare “di là”. Dall’altra parte dell’Oceano cioè, dove al netto delle contraddizioni e dei difetti si gioca il basket migliore del mondo. Dove emergere è più difficile, per la concorrenza spietata* che ricorda il mondo dello spettacolo. Ecco, per il nostro trio quel sogno è già diventato realtà. Una realtà che ora si tratta di rendere migliore, ricordandosi che nel basket i miracoli da soli non si fanno. È uno dei mille aspetti che rendono il basket così affascinante, l’essere uno sport di squadra nel senso più pieno del termine ma il dipendere al tempo stesso dalle prestazioni dei singoli, che troppo spesso vengono valutati in quanto tali. E tra i singoli noi guardiamo con la massima attenzione ai tre ragazzi italiani. Per loro il campionato NBA riveste un formidabile significato: per la prima volta nella storia sono stati in tre 18 19 Andrea Bargnani è nato a Roma nel 1985. Alto 213 cm per 113,4 kg di peso, gioca come ala grande e centro. Attualmente gioca nella NBA con i Toronto Raptors. È stato testimonial per la copertina della versione italiana dei videogiochi NBA Live 08 e NBA Live 09. Marco Stefano Belinelli è nato a San Giovanni in Persiceto nel 1986. È alto 1,96 m, gioca nel ruolo di guardia nei Toronto Raptors. Danilo Gallinari è nato a Sant’Angelo Lodigiano nel 1988. Danilo è un’ala di 208 centimetri, è considerato uno dei migliori cestisti italiani nel mondo. Gioca nell’NBA per i New York Knicks. TRATTO DA [ ] Bargnani e Belinelli giocano nella Nazionale italiana di pallacanestro Due stelle brillano per l’Italia del basket [...]... skoleavdelingen@korinor.no - Website: www.korinor.no POLAND - Atelier ET TOI - F.H.U ET TOI 3 0-4 33 Kraków, Ul Horaka 1, Poland - Tel +48 695 593 454 - Fax +48 12 396 58 67 - Email : info@ettoi.pl Agencja Subskrypcyjna GEA Plac Orlat Lwowskich 5 - Skr poczt 1238 - 50986 Wroclaw 44 - Tel/Fax: 07 1-3 593772 Website: e-mail: gea@gea.pl - Boguslaw.niemczyk@gea.pl - Website: www.gea.pl PORTUGAL - EDI9 – Inovação... Herzogenbuchsee - Switzerland - Tel +41 (062) 956 44 44 - Fax +41 (062) 956 44 54 Email: info@ingoldag.ch - Website: www.ingoldag.ch LUXEMBOURG - ERNST INGOLD + CO AG Hintergasse 16 Postfach - 3360 Herzogenbuchsee - Switzerland - Tel +41 (062) 956 44 44 - Fax +41 (062) 956 44 54 Email: info@ingoldag.ch - Website: www.ingoldag.ch MALTA - SIERRA BOOK DISTRIBUTORS Triq Misrah il-Barrieri - Sta Venera SVR 1752 - Tel... 54 Email: info@ingoldag.ch - Website: www.ingoldag.ch TAIWAN - SUNNY PUBLISHING CO 5F-4, NO.70, Sec 2 - Rooselt Rd, Taipei City - Taiwan (R.O.C) - Tel: 88 6-2 -2 35 8-7 931 - Fax: 88 6-2 -2 35 8-7 930 Email: sunny.publish@msa.hinet.net - Website: www.sunnypublish.com.tw TURKEY - IBER DIS TICARET LTD STI Bagdat Cad No 193/8 - Selamiesme Kadiky, Istanbul - Tel + 90 (0216) 368 4250 / (0216) 476 1161 - Fax +90 (0216)... MEDIA Postbus 860 - 3800 AW Amersfoort - The Netherlands - Tel +31 (033) 463 72 61 - Fax +31 (033) 463 75 87 Email:info@merlijnonline.com - Website: www.merlijnonline.com BULGARIA - LANGUAGE LAB (OKSINIA EDUCATIONAL CENTRE) Mladost-3, bl.304, vh.3, office 4 - 1712 Sofia - Tel: +359 2 8762221 - Fax: +359 2 8762221 email: languageuserbg@gmail.com - website: www.languageuser-bg.com CANADA - THE RESOURCE... Hondarribia - Tel +34 (943) 640 412 - Fax + 34 (943) 643 863 E-mail: editorial@stanleyformacion.com - Website: www.stanleyformacion.com SWEDEN - BETA PEDAGOG AB Box 58 - 430 17 Skillinge - Tel +46 (0340) 35505 - Fax +46 (0340) 35481 Email: info@beta-pedagog.se - Website: www.beta-pedagog.se SWITZERLAND - ERNST INGOLD + CO AG Hintergasse 16 Postfach - 3360 Herzogenbuchsee - Tel +41 (0)62 956 44 44 - Fax +41... (21) 378576 / 27378576 - Fax +356 (21) 373785 Email: info@sierra-books.com - matt@sierra-books.com - Website: www.sierra-books.com NETHERLANDS - MERLIJN EDUCATIEVE MEDIA Postbus 860 - 3800 AW Amersfoort - Tel +31 (033) 463 72 61 - Fax +31 (033) 463 75 87 Email:info@merlijnonline.com - Website: www.merlijnonline.com NORWAY - Korinor Jørnsløkkvn 14, 0687 OSLO - Tel : +47 22 65 71 24 - Fax : +47 22 65 78... Miradouro,n°6 A r/c - Quinta Grande - 261 0-1 44 Alfragide - Tel 21 6064667 / 936186458 e-mail: comercial@edi9.com RUSSIA - ZAO EVROKNIGA 4 Volgogradski - 109316 MOSCOW - Tel +7 (09) 59564133 - Fax +7 (09) 59564136 - Email: info@evrokniga.ru Website: www.evrokniga.ru SERBIA - PLANETA Asistencioni Servis Mutapova 5 3-5 5 - 11000 Belgrad - Tel +381 (011) 3862953 - Fax +381 (011) 2453594 - Email: elicentar@eunet.yu... SLOVENIA - MLADINSKA KNJIGA TRGOVINA Slovenska Cesta 29 - 1000 Ljubljana - Tel +386 (40) 717 238 / (01) 360 3786 - Fax + 386 (01) 360 3787 Email: lean23@gmail.com - Website: www.mk-trgovina.si SOUTH AFRICA - INTERNATIONAL JOURNALS P.O.Box 46171 - Orange Grove 2119 - Johannesburg - Tel (011) 485 5650 - Fax (011) 485 4765 Email: ijournals@netactive.co.za SPAIN - EDITORIAL STANLEY Calle Mendelu, 15 - 20280... 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