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Dario Furnari - Pensiero simmetrico e operazioni enunciative

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Thông tin cơ bản

Tiêu đề Pensiero Simmetrico e Operazioni Enunciative
Tác giả Dario Furnari
Người hướng dẫn Prof. Paolo Virno, Prof. Franco Lo Piparo
Trường học Università degli Studi di Palermo
Chuyên ngành Filosofia del Linguaggio e della Mente
Thể loại thesis
Năm xuất bản 2010/2011
Thành phố Palermo
Định dạng
Số trang 272
Dung lượng 466 KB

Nội dung

UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI PALERMO FACOLTÀ DI LETTERE E FILOSOFIA DIPARTIMENTO DI FILOSOFIA, STORIA E CRITICA DEI SAPERI DOTTORATO DI RICERCA IN FILOSOFIA DEL LINGUAGGIO E DELLA MENTE - XXI CICLO SETTORE DISCIPINARE: M-FIL/05 PENSIERO SIMMETRICO E OPERAZIONI ENUNCIATIVE UNA LETTURA LINGUISTICA DELLA TEORIA PSICOANALITICA DI MATTE BLANCO Tesi: Dario Furnari Tutor: Prof Paolo Virno Coordinatore: Prof Franco Lo Piparo Anno Accademico 2010/2011 INDICE INTRODUZIONE P CAPITOLO I PROCESSI INCONSCI E OPERAZIONI DELLA COSCIENZA P 1.1 La stratificazione dello psichico 10 p 11 1.2 Sulla nozione di Bild p 26 1.3 La deformazione onirica p 40 CAPITOLO LO II PSICHICO A PIÙ DIMENSIONI P 68 2.1 L’alterità stratigrafica dell’Inconscio p 69 2.2 Dall’inconscio non rimosso al principio di simmetria p 82 2.3 Emozioni e processi di infinitizzazione p 93 2.4 Lo psichico come struttura polistratificata p 105 2.5 Spazio e mente p 110 CAPITOLO LO III PSICHICO È STRUTTURATO COME UN LINGUAGGIO? P 126 3.1 Linguistica e psicoanalisi: linguaggio e inconscio p 127 3.2 L’attività di linguaggio: operazioni e rappresentazioni p 147 3.3 Il senso e l’intenzione enunciativa come principi organizzatori del discorso p 156 3.4 La verbalizzazione: quando la multidimensionalità psichica si dispiega p 164 3.5 La costruzione del senso enunciativo p 173 3.6 A guisa di conclusione p 197 RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI p 205 INTRODUZIONE Se si volesse restringere il campo visuale del presente lavoro a un unico nucleo tematico, questo potrebbe essere rintracciato nel problema della deformazione onirica analizzato da Freud nella Traumdeutung Lo psicoanalista descrive la dinamica psichica umana come un incessante lavoro di trasformazione e deformazione, che risulta necessario nella misura in cui il desiderio umano non può per principio esprimersi direttamente nella sua nuda e cruda essenza: per venire alla luce nel territorio della coscienza, il contenuto latente dello psichico va incontro a una continua operazione di deformazione Come le immagini riflesse nell’acqua, scrive Freud, le immagini oniriche sono deformate dal movimento Nella nostra ricerca ci proponiamo anzitutto di seguire la proposta teorica indicata dallo psicoanalista cileno Ignacio Matte Blanco (Santiago del Cile, ottobre 1908 – Roma, 11 gennaio 1995) La natura del lavoro onirico – chiave d’accesso privilegiata per studiare il sistema inconscio – non dipenderebbe tanto dal meccanismo della censura, indicato da Freud quale istanza fondamentale della strutturazione dello psichico, quanto da una serie di operazioni che possono essere pensate come uno scarto dimensionale tra l’inconscio e la coscienza L’inconscio freudiano è una forma di pensiero che letteralmente si oppone all’ordine logico che regola il pensiero fondamentali Esso cosciente, è violandone caratterizzato dalla i principỵ struttura di quell’esperienza desiderante che, per principio, non può accedere e manifestarsi interamente e, per così dire, senza compromessi alla coscienza, nella misura in cui corrisponde a una dimensione della mente umana non riducibile interamente a quella della coscienza Con l’espressione «pensiero simmetrico», Matte Blanco indica la legge che sta a fondamento dello psichico, nella sua stratificazione dinamica Si tratta di una legge alquanto singolare, visto che, come vedremo, sembra corrodere i contorni logici della natura umana, conducendo a una forma di essere, l’inconscio, assolutamente indifferenziato e indistinto Le folgoranti intuizioni di Freud e la ricerca di Matte Blanco, a cui dedichiamo la prima parte del lavoro, ci fanno intraprendere una sorta di discesa negli inferi della psiche Beninteso: l’attenzione non va rivolta tanto al cosiddetto «inconscio rimosso», vale a dire alla qualità di essere inconscio propria di determinate rappresentazioni psichiche, quanto all’«inconscio strutturale», o «inconscio non rimosso» D’altronde, è questa realtà o modo d’essere la più grande scoperta freudiana Il proposito sia di Freud, sia di Matte Blanco è scoprire la logica del sommerso e comprendere il comportamento per così dire abnorme delle strutture che esistono “oltre” la coscienza nel loro dispiegamento conscio I temi psicoanalitici affrontati nella prima parte della ricerca costituiscono il punto d’avvio della nostra riflessione, la base problematica a partire dalla quale porre l’interrogativo di fondo che anima il nostro lavoro e che suona pressappoco così: quale funzione svolgono le operazioni logico-cognitive e le risorse proprie del nostro linguaggio naturale nella complessa topologia dello psichico descritta da Freud e da Matte Blanco? Prendere la parola per raccontare un vissuto, è un evento per così dire addizionale che semplicemente si giustappone sul vissuto raccontato, fornendogli l’abito materiale, il mezzo d’espressione, oppure rappresenta un’operazione decisiva per la sua stessa costituzione? E se accettiamo la seconda opzione, in che senso è da intendere? Per cercare una risposta, il nostro lavoro si propone di sposare una precisa epistemologia linguistica, relativa soprattutto lavori di Antoine Culioli, Stéphane Robert e Bernard Victorri, che modellizza l’attività di linguaggio come un’incessante lavoro di costruzione, integrazione e deformazione di una realtà strutturalmente non isomorfa alle configurazioni specifiche della linguisticità umana Prima di addentrarci nel vivo nell’argomentazione, sono opportune alcune precisazioni al fine di sgomberare il campo da possibili equivoci relativi problemi che ci proponiamo di studiare Va innanzitutto chiarito come il nostro proposito non sia individuare una semplice analogia tra il modo in cui le coppie inconscio-coscienza e pensiero-linguaggio per così dire funzionano La posta in gioco del presente lavoro, semmai, è quella di leggere il filtro epistemologico della teoria delle operazioni enunciative i problemi psicoanalitici affrontati nella prima parte della ricerca Se è vero che è attraverso l’attività di parola che il paziente, nella dimensione dialogica che costruisce insieme all’analista, diventa cosciente dei propri vissuti; e se, di più, è la stessa attività di parola a plasmare e sostanziare quegli stessi vissuti rendendoli, dialetticamente, altri dal sé che li esperiti, allora l’interrogativo che non può essere evaso è: di che tipo di teoria del linguaggio abbiamo bisogno per rappresentare la singolare natura dello psichico descritta da Freud e Matte Blanco? Che tipo di relazione c’è tra l’atto di linguaggio e il vissuto psichico al quale il primo dona una forma verbale? Quali conseguenze implica il processo di verbalizzazione per la strutturazione dello psichico? Tanto nei lavori di Matte Blanco, che impegnano la parte centrale della tesi, quanto nel lavoro scientifico della linguista Stéphane Robert, preso in considerazione nella parte finale, occorre la nozione di multidimensionalità Ci sembra utile, già in questa sede, escludere una possibile argomentazione che può costruirsi a partire da questa stessa nozione Uno degli obiettivi del presente lavoro è mostrare come l’attività di linguaggio sia generata, animata e, al limite, perturbata da una realtà soggiacente che costituisce uno spazio multidimensionale Tuttavia, va precisato come non sia nostra intenzione descrivere tout court il rapporto pensiero-linguaggio nei termini di una relazione tra uno spazio multidimensionale (lo spazio del pensiero) e uno spazio lineare (lo spazio del linguaggio) Al contrario, riteniamo che tanto l’attività di pensiero, quanto l’attività di linguaggio possano essere descritte da modelli teorici che chiamino in causa la nozione di multidimensionalità L’attività di parola traveste, per così dire, una multidimensionalità mai sopita La “linearità” è solo un fenomeno di superficie o, meglio ancora, un “artefatto” della linguistica Essa è il risultato di un’analisi che mette a fuoco solo una fase o un livello stratigrafico di 10 Corbin, D., Temple, M., (1994), Le monde des mots et des sens construits: catégories sémantiques, Cahiers de lexicologie, 65: 2, pp 5-28 Courant, R., Robins, H (1941), What is Mathematics? 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Ngày đăng: 18/10/2022, 23:10

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